Sicilia: storie dalla Terra incantata
Un siciliano non vive soltanto in Sicilia, vive la Sicilia, le sue meraviglie, le sue storie, le sue tradizioni, le sue contraddizioni e difficoltà. Un siciliano vive gioie e dolori della sua terra, vive dentro un universo pieno di culture, lingue e miti. Questa è la Sicilia, una terra incantata.
Le culture
La Sicilia possiede una ricchezza che pochi altri territori al mondo possono vantare. Grazie alla sua posizione, infatti, l’isola è stata casa di numerosi popoli che, al loro passaggio, hanno lasciato tracce indelebili fatte di architettura, arte, storia e, soprattutto, cultura. Dai sicani ai greci, dai romani agli arabi e poi ancora dai normanni agli spagnoli, la Sicilia ha conservato storie e segreti dei popoli più diversi custoditi nei luoghi e negli abitanti di questa bella isola, creando così una cultura al contempo unica e diversa, espressa attraverso pratiche che sono oggi pilastri di tradizione. Vediamo alcune tradizionali peculiarità culturali siciliane.
L’opera dei pupi
L’ipotesi è che questo particolare tipo di teatro (i “pupi” dal latino “pupus”, bambino) abbia origini spagnole. I pupi, le cui storie iniziano ad essere raccontate probabilmente dal XVIII secolo, raccontano le gesta dei grandi poemi cavallereschi, di Carlo Magno e dei suoi paladini. L’opera dei pupi è ancora oggi fondamentale per capire tramite le colorate marionette i valori della sicilianità vera come l’onore, la cavalleria, la giustizia e la fede.
Le teste di moro
La Sicilia parla d’amore, e si sa che spesso in Sicilia l’amore fa coppia con lei, ‘a gilusia. Da una storia di gelosia nasce una delle leggende piu affascinanti su un oggetto tipicamente siciliano: la teste di moro, vaso di ceramica dipinto a mano. La leggenda racconta che intorno al 1100, al tempo della dominazione dei mori sull’isola, un giovane moro si innamorò di una bella siciliana. Scoperto però che l’uomo sarebbe dovuto tornare in oriente – dove aveva una moglie ad aspettarlo – la siciliana decise di ucciderlo, tagliargli la testa, piantargli sopra del basilico ed esporla sul balcone, così da avere il bel moro sempre con sè.
Una lingua-enigma
La lingua esprime il pensiero, gli dà forma, scolpisce la cultura e trasmette la Storia. Quanta storia è nascosta nella lingua siciliana? Il siciliano avrebbe radici latine ed indoeuropee, ed è grazie a Federico II di Svevia che questa lingua ha ottenuto lo status di prima lingua letteraria d’Italia.
Abbiamo già visto come dalla Sicilia siano passati popoli molto diversi tra loro, ragione per la quale la lingua siciliana ha accolto ogni ospite, assimilandone le tradizioni, le espressioni ed i colori. Se sei un “caruso”, sei un pò greco (kouros, ragazzo), se ti sei trovato la “zita” sei un pò spagnolo (cita, appuntamento).
Sicilia terra di miti
Tutti i siciliani lo sanno: la Sicilia è magica, così come magiche devono per forza essere le sue origini. Passiamo in rassegna alcuni dei miti più interessanti sulle origini dell’isola.
Le tre ninfe
Secondo questo mito, tre ninfe vagavano per il mare, raccogliendo terra dalle zone più fertili del mondo. Fermatesi dove il cielo era più blu, le ninfe si fermarono, danzando e lasciando cadere frutti e fiori dai loro velo, facendo sorgere dalle onde del mare una terra piena di colori e profumi. Le tre punte dell’isola, dove le tre ninfe avevano iniziato la loro danza, divennero i tre promontori (capo Peloro, capo Passero e capo Lilibeo). La forma dell’isola ispirò anche il noto nome che tutt’oggi viene dato alla Sicilia, “Trinacria”, nome che probabilmente in epoca ellenistica dede vita alla figura gorgonica a tre gambe, simbolo esistente ancora oggi.
Il gigante Tifeo
Ribellatisi al dio Zeus che aveva confinato i Titani nel Tartaro, i Giganti tentarono di prendere il posto degli dei sull’Olimpo, iniziando una lotta feroce, chiamata Gigantomachia. Dei e giganti lanciavano fulmini, dardi e massi, e da una di queste enormi pietre fu colpito un gigante, che precipitato dal cielo finì per rimanerne schiacciato. Quel masso era la Sicilia, e da qui ha preso vita il mito del gigante confinato sotto l’Isola, con il piede destro sotto il monte Erice, la gamba destra sotto Palermo, la sinistra sotto Mazara, il busto al centro dell’Isola sotto Enna, le braccia tra Messina e Siracusa e la bocca sotto il vulcano, l’Etna, che lancia verso il cielo il respiro infuocato e le urla del gigante. Da questo mito le storie popolari spiegano i frequenti terremoti che caratterizzano la Sicilia: sarebbero i tentativi del gigante di liberarsi dalla sua prigione eterna.
La principessa Sicilia
Una bellissima principessa libanese di nome Sicilia fu costretta, all’età di 15 anni, a lasciare la propria terra poichè un oracolo le aveva predetto che, qualora non fosse fuggita, sarebbe morta divorata da Greco-Levante. Dopo aver passato tre mesi in balia delle onde, la povera principessa Sicilia arrivò in una spiaggia piena di profumi e frutti ma deserta e senza un’anima. Ecco però arrivare un bellissimo giovane che, dopo aver raccontato alla principessa che gli abitanti erano morti a causa di una peste, le offrì la sua ospitalità. I due giovani erano parte di un disegno del destino ben preciso: ripopolare la terra dando vita ad un popolo forte e gentile. La terra avrebbe poi preso il nome della donna madre di tutto il popolo: nacque così la Sicilia.